Il mistero della fragola, fra scienza e percezione.
Vi ricordate della foto del famoso vestito che ha fatto il giro del mondo qualche anno fa?
Tutto il web si era scatenato sulla questione e alla fine nessuno sembrava d’accordo (Spoiler: era blu e nero). Da qualche giorno invece ha iniziato a circolare questa immagine creata da Akiyoshi Kitaoka, Professore di Psicologia all’Università Ritsumeikan in Giappone, specializzato in illusioni ottiche. La cosa strana è che in questa immagine non c’è nessun pixel rosso.
Isolando i colori delle fragole su fondo bianco ci rendiamo conto che in realtà sono formate solo da tonalità di grigio e verde. Ma perché noi invece continuiamo a vederle rosse?
È un’illusione data da un fenomeno chiamato “costanza del colore”, ed è il modo con il quale il nostro cervello compensa le varie differenze di colore sotto diversi tipi di luce.
Infatti volendo semplificare al massimo il discorso, quando noi osserviamo il mondo che ci circonda, la luce che entra nel nostro occhio è formata da diverse lunghezze d’onda che provengono in parte dalla luce che illumina gli oggetti e in parte dalla luce riflessa dagli oggetti stessi
(prima avevo scritto questa parte in maniera più dettagliata, ma mi sono reso conto che un discorso così complesso come la fisica della luce non si può spiegare in 3 righe).
L’artista e neuroscienziato Bevil Conway descrive il fenomeno in maniera abbastanza semplice:
“Se immaginate di camminare fuori sotto un bel cielo azzurro, il colore blu del cielo sta in qualche modo contaminando con il suo colore tutto quello che vedete. Se prendiamo una mela rossa sotto quel cielo azzurro, le onde che entreranno nei nostri occhi saranno in realtà per la maggior parte blu. Se prendiamo la stessa mela e la guardiamo sotto una luce fluorescente oppure sotto una lampadina ad incandescenza, il pigmento rosso della mela sarà sempre lo stesso ma lo spettro del colore che entrerà nel nostro occhio sarà diverso, perché è diverso il colore della luce che lo illumina.”
Ebbene sì, perché se anche se noi la percepiamo sempre come bianca, la luce può avere moltissimi colori. Per il nostro cervello infatti, una luce è bianca quando i 3 colori primari (rosso, blu e verde) sono presenti in proporzione abbastanza equilibrata. Le combinazioni fra questi tre colori possono essere infinite, ma finché c’è una ragionevole quantità di ognuno dei colori primari, e finché non possiamo fare un confronto diretto fra due sorgenti di luce diverse, il nostro cervello rifiuterà di ammettere le differenze e noi vedremo sempre la luce come bianca. Una macchina fotografica invece, non essendo dotata di cervello pensante, riesce a cogliere queste differenze di colore, e le corregge grazie al bilanciamento del bianco.
Conclude Conway:
“Questa immagine è stata manipolata in modo che gli oggetti riflettano una luce che noi di solito consideriamo bianca, a cui però è stata aggiunta una componente di blu. Il tuo cervello quindi automaticamente tenta di compensare la scenda togliendo il blu, e quando sottrai il blu da un pixel grigio, finisci con l’ottenere il rosso”.
Oltre a questo fatto, consideriamo anche che il nostro cervello, per esperienza, associa immediatamente la fragola al suo colore rosso, e perciò tende naturalmente ad andare alla ricerca del rosso. L’occhio quindi non si limita a vedere il colore, ma è il cervello che lo crea, attingendo alla conoscenza e facendolo somigliare il più possibile a quello che nella nostra mente dovrebbe essere.
Pazzesco no? 🙂
P.S. Se volete fare un esperimento e vedere quanto il vostro cervello vi inganna, prendete una macchina fotografica e impostate il bilanciamento del bianco su “Luce diurna” (di solito è rappresentata con un’icona del sole), e provate a fotografare le linee ai lati della strada, prima di giorno e poi di sera illuminate dal lampione; oppure prendete un semplice oggetto e fotografatelo prima sotto la luce del sole, poi illuminato dalla lampada della vostra scrivania.
Ricordatevi poi di rimettere il bilanciamento del bianco su Automatico quando avrete finito!
Tratto da: http://bit.ly/2lSKoRb, e dal libro Light Science & Magic (Hunter – Biver – Fuqua).
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